mercoledì 18 novembre 2009

nella vignetta delle signore

vuoi che la tua pelle rimanga giovane?? non spendere soldi in creme o chirurgia estetica.. ucciditi!!!

martedì 17 novembre 2009

cloanaca # 4


non se ne può più. di questa crociatina italiota alla difesa di una fantomatica identità italiana reificata in un crocifisso. l'articoletto postato qui di lato è un esempio di questa a-critica, a-storica, strillona, semplicistica, televisiva presa di posizione.
prendiamo la prima parte dell'articolo.. il ragionamento per cui se "Per chi crede, esprime la redenzione e la salvezza eterna. Per chi non crede è simbolo di tolleranza, rispetto, solidarietà. Insomma di identità e tradizione italiana." ha la pretesa di essere un sillogismo.. due premesse, una conclusione.. ma anche se prendessimo per vere le premesse, come si può arrivare a quella conclusione? forse la redenzione e la salvezza eterna sono simboli di identità e tradizione italiana? forse tolleranza, rispetto e solidarietà sono i simboli dell'identità e della tradizione italiana? non basterebbe forse ricordare che quei crocifissi sono lì dove sono in base ad una legge fascista? ci sarebbe poi da dire che sintatticamente la conclusione dipende solo dalla premessa minore, quindi è solo il ruolo che il crocifisso riveste per i non-credenti a conferirgli valore, un valore cioè astratto da significati religiosi, svuotato e ridotto a feticcio. hanno allora ragione quelli di SPINOZA a dire: ""La croce non è un simbolo religioso". Allora toglietelo anche dalle chiese.""

lunedì 9 novembre 2009

FRAMMENTO N° 89

e l'idiozia dei piani regolatori
verifichiamo in un principio
storico, localizzato l'epitelio
è una ginnastica sociale disturbo
residuo ma la storia della sul
calvados suicidio devoto tutto olii
fotografia tartaria vent'anni una
bottiglia da finire golden virginia
città o principi spaziali a cui
con gli occhi autopsia e verosimile
se con il linguaggio 45% qualità
e birra tradizione giorno di luce
plasticamente elettrica corrispondano
idee politiche luce liquida - politique
consumat(t)ore ultime cicche bicchiere
vuoto a metà luna bucata la
accelerare notte la partenza

martedì 2 giugno 2009

giovedì 26 marzo 2009

THE EX @ INTERZONA

forse che dai particolari si possa arrivare a qualcosa di più esteso? forse cioè un particolare può racchiudere in sé un mondo, esserne rappresentazione immediata? ed inoltre può questo particolare superare il limite di semplice sostituzione simbolica ed iconica, per essere il precipitato materico, reale, di una prassi di vita? che possa, in soldini, dirci qualcosa di più (e di diverso) della sua semplice presenza? non che pretenda di sciogliere nodi gordiani, in fondo si tratta solo di banalità con in più un secondo fine: trovare un espediente narrativo. ma, lasciando perdere le speculazioni teoretiche, si potrebbe rispondere a pelle che in certi casi sì, i particolari possono dirci qualcosa in più. anche se si tratta di cose assolutamente marginali. come le scarpe, ad esempio.

dove: INTERZONA, verona

quando: sabato 21/03/2009

è più di un mese che lo aspetto, questo concerto. ritornano in italia per il tour del loro trentennale i THE EX. La notizia della defezione del loro cantante e fondatore, G. W. SOK, è di quelle che mette però sulla difensiva. come saranno ora? cosa dobbiamo aspettarci? con curiosità e dubbi entro nel locale, temporeggio con qualche chiacchiera e qualche birra e tento di mascherare la trepidazione. mentre l’afflusso di gente continua alla spicciolata, sale sul palco la ILILTA BAND, combo etiope che accompagna i nostri in tour. in una mezzora abbondante la loro musica tradizionale sembra dividere il pubblico, la maggior parte è coinvolta dapprima timidamente, poi con più entusiasmo. un’altra parte non li sopporta e preferisce il bar. io personalmente sono affascinato da certe tecniche vocali, dagli intrecci degli strumenti e dai vuoti che lasciano. e mi ritrovo a pensare a come si possa sentire un etiope a suonare in italia, a quanto la nostra memoria storica sia scarsa. a quanto ci dovremmo sentire piccoli e contriti e colpevoli. ma non credo che ai tre sul palco venga in mente qualcosa del genere, visti l’energia e il divertimento.

quando salgono i THE EX mi metto sotto il palco. da un concerto per il trentennale ti aspetteresti una carrellata di pezzi storici, di vecchi “successi” e amenità varie. ma non è questo quello che ci presentano. le luci sono essenziali, bianche, come pure spartana è la strumentazione, ma potentissima. la scaletta è tutta nuova, i pezzi sono dilatazioni di riff dissonanti ed esplosioni noise sorrette dalle geometrie ritmiche della batteria di KATHERINA, sulla scia di pezzi come “THEME FROM KONONO". a dimostrare l’estrema apertura del gruppo e la sua proteiforme capacità di rinnovarsi. il nuovo cantante, ARNOLD DE BOER, tiene bene il confronto anche se la voce è un poco nascosta tra le scudisciate delle chitarre baritone di ANDY e TERRIE. vederli suonare, questi cinquantenni, sembrano dei ragazzini. in special modo TERRIE, che snocciola una dopo l’altra le sue frasi ritmiche, suona con cacciaviti, bottigliette, col palmo della mano, con un’armonica a bocca in prossimità dei pick-up, mettendo a dura prova i timpani. e si muove, avanti e indietro, tarantato, macinando chilometri. e qui ritornano le scarpe. nelle sue calzature antinfortunistica, consumate nella tomaia e nelle suole, racchiude i trent’anni di vita del progetto, i quasi 1400 concerti, il disinteresse per le vacuità del rock, la ricerca dell’essenziale, l’autoproduzione e l’improvvisazione, la militanza politica che non mette in secondo piano l’evoluzione musicale. tutto quello che dovrebbe ancora dire la parola punk.

domenica 15 marzo 2009

giovedì 26 febbraio 2009

un tuffo nel dolce stilnovo all´italiana

amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore

amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore

amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore
amore amore amore amore amore

amore amore amore amore amore
amore amore amore dio quel cane
spegni 'sto cazzo di televisore.